E’ possibile un giudizio
equilibrato
sui holodomor in
Ucraina? di Renato
Risaliti
Si è intitolato questo nostro piccolo
convegno al singolare come se holodo- mor al singolare supplisse il
problema.
Al contrario non è così perché per
holodomor in questo caso si sottintende un solo holodomor, una sola
carestia quella del 1932-33 (1). In verità ce ne so- no di carestie
in epoca sovietica almeno altre due: 1921-23 (2) e 1946-47 (3). E
poi negli anni Sessanta e Settanta Trovo che anche
questa impostazione sarebbe assai riduttiva se non si fa la storia
delle carestie cioè ritornando alle carestie del periodo
zarista. Nella Russia rivoluzionaria in genere un
anno su quattro erano anni di neu- rožai (carestia). Si potrebbe
andare molto indietro nel tempo per dimostrare che le carestie in
Russia ci sono sempre state. Basti ricordare il fatto più clamo- roso
della storia russa: l’epoca dei torbidi. Quale fu infatti l’evento
scatenante dell’epoca dei torbidi? (4) Due anni di seguito di neurožai dovuto al grande freddo ed alle piogge.
Anche nel periodo zarista ci sono stati eventi clamorosi che hanno
suscitato sconvolgimenti sociali di lunga gittata. Nel periodo
prerivoluzionario la carestia degli anni 1891-92 provocò
sommovimenti sociali e politici che furono la prin- cipale premessa
della rivoluzione russa del 1905 (5). E’ ovvio che
gli sconvolgimenti sociali provocati da queste carestie furono via
via sfruttate dalle forze politiche e sociali diverse per fini
spesso contrappo- sti. Trovo quindi fuorviante,
addirittura una concezione infantile della politica, come ha fatto
qualche storico (anche italiano) nel dare giudizi etico morali per
il comportamento avuto durante le carestie. E’ ovvio che non poteva
che anda- re così. Ogni altra interpretazione della vita politica
nel migliore dei casi è una concezione astratta della politica
perché astrae dagli interessi e passioni sociali e dagli interessi
personali dei dirigenti. Un qualsiasi evento
straordinario e inatteso nella storia è sempre stato sfrut- tato ai
loro fini dalle parti in causa. E’ stato sempre cosi. Non vedo
perché questi eventi possano suscitare reazioni diverse anche nel
futuro. A merito di Andrea Graziosi c’è il fatto di
aver trovato documenti diploma- tici di indubbio interesse sul
holodomor del 1932-1933 citati successivamente in molte raccolte di
documenti internazionali fra cui quelle ucraine (6). Però, la
critica storica dei documenti non ci deve abbandonare neanche per un
momen- to. Infatti, Graziosi, non si pone il
problema di chiarirci chi erano questi diplo diplomatici, che idee
avevano, ecc. Cioè manca una caratteristica personale de- gli
estensori. In sostanza che interessi difendevano? Questo è un fatto
non se- condario nella critica delle fonti.
E questo
perché? Perché in queste relazioni ci sono dati e
affermazioni che non sono suffragati dagli altri documenti coevi. E
poi che contatti reali avevano questi diplomatici con la vita reale
sovietica? Ad esempio come credere a Gradenigo che
parla di 10 o 15 milioni di morti entro pochi mesi (7). Infine ha
accertato 9 milioni solo in Ucraina (8). Ma lo
stesso Graziosi poi quando parla dei dati del censimento tira le
cifre, ma comunque questa moria non c’è stata. Cosa voglio dire?
Alcune cose molto semplici: 1) Questi diplomatici erano
uomini con le loro convinzioni che non erano
cer- tamente comunisti ma
in netto contrasto con il regime sovietico e quindi t
tesi ad esagerare i fatti. 2) Avevano notizie incomplete,
solo delle impressioni di qualche connaziona- l le o altre fonti
orali. 3) Avevano interesse per farsi benvolere dai
superiori ad esagerare le difficol- .
tà del regime ed a presentare i
fatti in maniera unilaterale e catastrofica. Questo
minimo di critica storica non è stato compiuto tanto più che i dati
ri- portati sono in contraddizione con una determinata propaganda
della stampa internazionale. Ho vissuto a lungo in URSS ed ho
verificato ripetutamente co- me molto spesso certe notizie erano
semplicemente inventate. Quando c’erano dei fatti veri, al
contrario, non se ne parlava, perché non venivano conosciuti dai
canali informativi (o se volete, spionistici) dei diplomatici e dei
giornalisti occidentali. Queste sono a mio giudizio verità
incontrovertibili. Ma proseguiamo nell’esame della
critica delle fonti assolutamente incompleta ed episodica compiuta
da Andrea Graziosi sulla scia delle incredibili esagera- zioni di
Conquest e Solženicyn per motivi puramente diffamatori del
regime. Veniamo alla cifre fornite e date per
scontate da A. Graziosi.
Tab.3
Popolazione dell’Impero russo e dell’URSS
Anni
Popolazione
1917 (confini
1926)
147,6 (stima) Inizio
1920
140,6 (stima) lmzio
1921
136,8 (stima) Inizio
1922
134,9
(stima) 1926
146,0 (censimento) 1928
(gennaio)
151,6 (stima) 1929
(gennaio)
154,6 (stima) +20,4% 1930
(gennaio)
157,4 (stima) +l7,9~~ 1931
(gennaio)
159,8 (stima) + 15,4% 1932
(gennaio)
161,8 (stima) +12,7% 1933
(gennaio)
162,9 (stima) +6,5% 1934
(gennaio)
156,7 (stima) —36% 1935
(gennaio)
158,1 (stima) +8,6% 1937
(gennaio)
162,5 (censimento)
(9)
Come si vede in
queste cifre ci sono solo due cifre “reali”, quelle dei censi- menti
del 1926 e del 1937, le altre cifre sono stime. Se
poi si prendono tutte le raccolte dei documenti pubblicate in
Ucraina negli anni Novanta ci si trova di fronte ad una ambiguità di
fondo. Sono raccolte molto importanti che riferiscono i fatti sulle
carestie e le repressioni avvenute in Ucraina ma che non dimostrano
che ci sia stato un tentativo di genocidio de- gli ucraini (10). Valga
per tutte la documentazione contenuta nei due volumi.
In sostanza in tutte le raccolte dei documenti
finora stampati manca la “pi- stola fumante”, cioè la prova provata,
documentaria che ci sia stato un ordine di Stalin o dei suoi
emissari in Ucraina che attesti che ci sia una carestia susci- tata
ad arte per punire gli ucraini in particolare perché rei di essere
poco ligi alle direttive di Mosca ed ancor più di Stalin
personalmente.. Quando questo docu- mento sarà rinvenuto — se sarà
rinvenuto — allora e solo allora gli storici seri potranno dire che
c’è stato un tentativo di genocidio del popolo ucraino da par- te di
Stalin e dei suoi aiutanti. Per ora, alla luce dei
documenti pubblicati, si può dire che nel 1932-1933 in Ucraina (ma
non solo in Ucraina) c’è stata una carestia (11). Qui sono da veri-
ficare almeno due questioni: 1) che dimensioni ha avuto?
Quante sono state le vittime e quali zone dell’U- . craina e delle altre
repubbliche sovietiche?
2) Per quali ragioni si è avuto la carestia?
Per ragioni naturali? Abitualmente. . queste
avvenivano nel passato zarista per due ragioni
fondamentali:
a) il grande freddo
invernale che distruggeva il seme nei solchi; b) le piog- . ge eccessive in
primavera; il caldo eccessivo prima e durante il raccolto, ......caldo che bruciava la pianta del grano
nel momento in cui doveva matura- . re.
Se queste sono le ragioni come mi sembra
dai libri che parlano di queste vi- cende si deve solo trarre una
conclusione assai semplice e cioè che il regime so- vietico fallisce
proprio nel punto cruciale per cui era nato e sorretto da una gran
parte della popolazione: il superamento delle crisi agrarie
periodiche e la creazione di uno stato florido e del benessere
maggiore. Mi sembra fuori di dubbio che Stalin
sapesse che c’era una carestia. Non prese provvedimenti efficaci per
fronteggiarla. Anche questo può essere vero. Ma aveva fondi per
farlo? Le premesse da cui partiva la sua politica erano quel- le
della tensione massima delle energie per superare l’arretratezza del
paese nei punti fondamentali per l’industria
militare. Se avesse distratto le sue forze avrebbe
raggiunto questi obiettivi? Sicura- mente no! Il suo ragionamento
aveva un che di fatalistico. Se doveva scegliere fra i suoi
obiettivi ed il benessere del popolo, optava per raggiungere gli
obietti- vi. Questa mi sembra la ragione di fondo
per cui la carestia rinasce nel secondo dopoguerra (1946-47). (Per
questo si dette colpa alle tremende distruzioni cau- sate dalla II
Guerra Mondiale ed alla cessazione degli aiuti americani) e poi ne-
gli anni Sessanta e Settanta. In sostanza al regime
sovietico può essere imputato il “delitto” di non aver saputo
risolvere il problema alimentare in una zona potenzialmente ricca di
ri- sorse come l’Ucraina. Questa è la ragione di fondo per cui è
imploso nel 1990-91. C’è da chiedersi perché dopo
decenni e decenni in cui non era più all’ordine del giorno “la
questione Ucraina” questa sia tornata alla ribalta. A mio giudizio
la ragione è la stessa per cui per secoli si è posta nel passato la
questione rutena e/o uniate. Il tentativo di staccare l’Ucraina
dalla Russia è al fondo di una que- stione come questa e cioè se la
carestia fosse stata voluta da Stalin per punire gli ucraini o per
motivi “naturali”. Da quello che abbiamo detto è
evidente che i motivi naturali siano determi- nanti. Certamente
Stalin non si è dato molto da fare per risolverla, ma da que- sto a
dire che l’ha provocata lui per punire gli ucraini, c’è molta
differenza. Il discorso se sia colpa di Stalin (sotto sotto di
Mosca e dei maskaly ) ha come o- biettivo politico la scissione fra
la Russia e l’Ucraina. Questo motivo, oltre alla
difficoltà di avere a disposizione tutte le fonti per cui, oggi e
per un numero x di anni o decenni, sarà impossibile stabilire la
verità e la responsabilità di Stalin e dei suoi aiutanti
nell’aggravamento delle conse- guenze della carestia.
Università di Firenze,
febbraio 2004
______________________________________________________________ Note
1. Kollektivyzacija i golod na Ucrainy
1929-1933, Naukova Dumka, Kiev, 1993.
2. Golod
1921-1923 rokiv v Ukrainy, Naukova Dumka, Kiev, 1933.
3.
Golod v Ukrainy 1946-1947, Documenti i materiali, Ketz,
Kujv-New York,1996
4. R.RISALITI, Storia problematica
della Russia, Vol. I, Toscana Nuova, Firenze, 2002, p.
82.
5. R.RISALITI, Op.cit., vol. III. Toscana Nuova,
Firenze, 2003, p.73.
6. Cfr. M.MUCHINA, Upokorenie
golodom, Kiyv,1993; Corny Žnyva, Kotě Kiyv Charkyv, New York,
Filadelfia, 1997; G.KOSTJUK, Stalynyzm v Ukrayny (Ge-
neza y naslydki), Smoloskyp, Kiyv, 1995.
7. Lettere da
Kharkov, Einaudi, Torino, 1991, p. 169 e p. 182.
8.
Ibid., p. 182 (Gradenigo stimò la perdita in 15-16 milioni di
persone solo in Ucraina)
9. A.GRAZIOSI, La grande guerra
contadina in URSS, ESI, Napoli, 1998, p. 91. Se poi si prendono
le statistiche ufficiali sovietiche l’abisso è incommensurabi- le
60 anni di statistiche dell’Unione Sovietica, Ediz. Italia
URSS, Roma s.d., p. 10.
10. Portret temrjavy. Svydcennja,
dokumenty y materyalj i dvoch kuygach, kotz Kiyv-New York, 1999;
Cfr. O.M.VESELOVA, V.I.MOROČKO, O.M. MOVČAN, Golodomori v Ukrajny
1921-1923 1932-1933 1946-1947, Zločini proti narodu,
Kiyv, 2000.
11. V.N.ZEMSKOV, Specposelency v SSSR
1930-1960, Nauka, Moskva, 2003.
(testo
presentato al convegno Holodomor - Per non dimenticare Ucraina 1933-2003,
Università di Firenze, 17.2.2004)
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