Dalla tutela del bene culturale alla tutela del contesto

di Antonio Paolucci

 

 

Si dice che il concetto di patrimonio culturale è mutato, nell’età  contemporanea, perché si è esteso a nuovi e fino a ieri imprevisti e inimmaginabili ambiti: per esempio i beni demoantropologici, l'arc- cheologia industriale, le arti minori, l'architettura degli anni Trenta, il cinema, la produzione discografica ecc...Tutto questo è vero. La percezione del patrimonio da tutelare cresce e si allarga via via che crescono e si allargano gli studi e le conoscenze, via via che nuovi ambiti delle umane attività vengono conquistati all’approfondimento scientifico e alla consapevolezza storica. Al- l’estensione quantitativa dell’ambito del patrimonio si è accompagnata tutta- via, ai nostri giorni, una mutazione concettuale significativa. L’idea di patrimo- nio si è fusa con l’idea di contesto, di «insieme» . Sempre di più oggi la tutela è intesa come difesa e valorizzazione degli «insiemi». Insieme è la quadreria Pala- tina ed è l’arredo ecclesiastico che si conserva nella sagrestia della parrocchia rurale, insieme è un centro storico oppure un paesaggio, insieme è la Biblioteca Nazionale di Firenze ed è «insieme» l'archivio di una Camera di Commercio.

Il bene culturale assume significato dal suo rapporto di relazione e di coesi- stenza con altri beni culturali omologhi e fraterni. Compito dell’Ufficio della Tutela sarà allora quello di conservare l’«insieme» scientificamente percepito e riconosciuto come tale, nella interezza degli elementi che lo costituiscono e (se non più nelle sue funzioni di origine) almeno nel ricordo ancora vivo e prati- cabile delle sue funzioni.

Ha poco senso salvaguardare un palazzo del Cinquecento se non si salvaguar- da contestualmente l’insieme nel quale il palazzo si colloca: e cioè la strada, il centro storico, ecc... Ha poco senso proteggere con una notifica confinaria la singola opera d’arte ormai decontestualizzata.

Mentre ha un senso preciso ed è una necessità storica e tutelare irrinunciabi- le, difendere un insieme di opere d’arte (magari umili e, prese ad una ad una, poco significative) se sono arrivate fino a noi come collezione e cioè come «in- sieme» storicizzato.

Il transito dal concetto di tutela come protezione del bene distinto per eccel- lenza ad eccezionalità (il capolavoro, il pezzo unico) al concetto e alla pratica della tutela intesa come protezione dei contesti o degli “insiemi”, è - a mio av- viso - la mutazione più significativa avvenuta in età contemporanea all’interno dell’idea di patrimonio.

 

novembre1999