A proposito di complotti  (2)

di Giovanni Sabbatucci

 

 

 

Perchè le spiegazioni basate sulla «teoria del complotto» hanno avuto e hanno tanta fortuna? I motivi principali sono due.

Il primo è che la realtà è terribilmente complessa, mentre gli schemi ideologici con cui cerchiamo di interpretarla sono forzatamente semplici, o semplicistici. La teoria del complotto serve ad adeguare la realtà agli schemi, a renderla sem- plice. Questo riguarda non solo gli incolti e gli illetterati, ma anche, e soprattut- to, gli intellettuali. Il paradosso sta nel fatto che chi vede la realtà sotto la spe- cie del complotto pretende di intuire una trama più complessa rispetto a ciò che è visibile, di svelare ciò che si nasconde sotto le apparenze, dunque di pro- porre una spiegazione più sofisticata: in realtà compie l’operazione contraria.

Il secondo motivo è che la teoria del complotto è altamente deresponsabiliz- zante. Chi vede franare la realtà su cui si appoggiava, cambiare le coordinate cui era abituato a far riferimento, preferisce pensare all’intervento esterno di qualche potenza più o meno occulta, piuttosto che rimeditare autocriticamente la propria esperienza, capire dove ha sbagliato, rimettere in discussione le sue coordinate. Questo vale soprattutto per i politici, oltre che, al solito, per gli in- tellettuali.

C’è un’ultima osservazione da fare: come ha ben mostrato Umberto Eco nel Pendolo di Foucault, la teoria del complotto ha il vantaggio di funzionare sempre. Una volta che lo schema esplicativo sia disegnato, e assunto come un assioma, non è difficile inserirvi i singoli fatti, comporli come in un mosaico. Ciò che contrasta con lo schema è respinto, ignorato o, più spesso, attribuito a un con- sapevole inganno ordito dall’avversario: i conti tornano in ogni caso.

 

 

luglio 1993                                                                                                                          articoli correlati