E.D.: I modelli di democrazia in Europa e il caso italiano di Zeffiro Ciuffoletti e Serge Noiret, Ed. Ponte alle Grazie

 

 

 

 

 

 

 

 

Le formule europee per la democrazia

 

 

 

 

 Quali sono i modelli istituzionali più consoni alla democrazia dei nostri gior- ni? La questione è di palpitante attualità, specialmente nel nostro Paese, nel quale è ormai evidente il logoramento del quadro delineato dagli estensori della Costituzione repubblicana e sempre più largamente si avverte l’esigenza di una profonda e significativa riforma politico-istituzionale.

 I saggi che Zeffiro Ciuffoletti e Serge Noiret hanno raccolto in questo volu- me, appositamente scritti da storici, costituzionalisti e politologi, permettono un preciso raffronto fra il «caso italiano» e le specifiche forme di democrazia negli altri paesi europei. Il panorama che ne risulta è assai differenziato, e ap- pare evidente lo stretto legame fra l’assetto istituzionale e la realtà storico-sociale di ciascuno dei 15 paesi presi in esame. Di ognuno di essi viene esposta la specifica cornice costituzionale, raffrontando la gerarchia dei poteri (legisla- tivo, esecutivo, giudiziario) in essa tratteggiata con la realtà dei reciproci rap- porti fra di loro. Si illustrano le istituzioni, descrivendone i meccanismi di fun- zionamento ed esaminando le norme elettorali; il risultato è, oltre che una ra- diografia dell’ordinamento proprio di ogni Paese, anche una fedele istantanea della fase in cui esso si trova nel suo impegno di trasformazione per adattarsi alle sempre nuove esigenze poste dai tempi.
   Ciuffoletti esamina, raffrontandolo puntualmente con le emergenze di altri paesi europei, il caso italiano nella sua «anomalia» di «democrazia acefala», i- spirata ad una frusta logica «consociativa»; Z. Assimakopoulou illustra la Co- stituzione greca nata dopo la dittatura militare; C. Beat Graber presenta le isti- tuzioni svizzere sotto il profilo della «tradizione in transizione». Inoltre, F.Cam- marano ricostruisce la «costituzione» britannica quale risultante da un variegato insieme di leggi, decreti e consuetudini; S. Congia analizza la Costituzione della nuova Cecoslovacchia, elaborata nello spirito della rottura con il monopartiti- smo e del rispetto delle nazionalità; A. Costa Pinto e N.S. Teixeira spiegano il sistema politico-costituzionale portoghese, definito come un «semipresidenzia- lismo equilibrato»; L.M. Diex-Picazo connota la forma di governo spagnola co- me determinata da una «ossessione della stabilità»; B. Ebbinghaus riferisce come la «provvisoria» Costituzione della R.F.T. regga alla prova della Germa- nia unita. Ancora, M.af Malmborg espone il logoramento della ‘terza via’ sve- dese; M. Morass documenta l’assetto istituzionale austriaco quale «mutamento nella stabilità»; D. Murphy districa il complesso «cocktail costituzionale» ir-landese, mentre secondo J. Noergaard Laursen il quadro politico danese è un «mercato di compromessi politici»; S. Noiret fotografa la realtà del Belgio fra agonia dello Stato nazionale e nascita dello Stato federale; G. Quagliariello si addentra nella Costituzione della quinta Repubblica francese, per vedervi na- scere la sesta; infine, A. Timmermans osserva come nei Paesi Bassi la politica sia sostanzialmente dominata dal governo.
  


 

 

 

 

ottobre 1992